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 Rosario Belcaro  

  

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Padre, quest'alba

lontani giorni mi riporta.

Allora seduto sotto un mandorlo

per noi cantavi nenie dolorose

come la nostra esistenza.

Le tue mani sapevano di scorza,

ma io non conobbi carezze

più dolci delle tue.

E quei tuoi occhi, padre,

che guardavano sempre in lontananza

come inseguendo un sogno...

 

Ma la vita travolse l'esistenza

e il sogno tuo e il mio;

oggi sono un poeta vagabondo

e come zingaro vado

di paese in paese alla ventura.

Né più il mio cammino

volgerà verso i mandorli fioriti

dove tu, padre, attendi addolorato

con gli occhi sempre fissi in lontananza ...

La mia vita percorre un'altra strada,

e la vita, lo sai, non ha ritorni.

Per questo non lasciarmi l'uscio aperto

né tendere l'orecchio nella notte

per sentire i miei passi frettolosi.

 

 

Copyright © 2000 - 2004 Rocco Ciurleo. Tutti i diritti riservati.