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							Michele Gallizzi fa di 
							professione il dottore, ma evidentemente la sua 
							vocazione è quella del poeta. 
							
							a contatto quotidiano con 
							la malattia, con il male, costretto a vivere tra le 
							pareti del suo gabinetto, sogna spesso di evadere e 
							di trovarsi a volare in mezzo alle stelle e sulle 
							ampie, libere distese del mare. 
							
							E', la sua, un'evasione 
							dalla realtà, che si traduce in poesia; le quali lo 
							allontanano dalla triste routine del mestiere, e gli 
							permettono di vivere in un'altra dimensione, in un 
							mondo diverso. 
							
							Un mezzo semplicemente 
							d'evasione, dunque? 
							
							No. In questi frammenti di 
							cielo, in queste inquadrature di immagini, c'è 
							l'autenticità e la possibilità di esprimere i propri 
							sentimenti, il proprio modo d'essere, attraverso un 
							linguaggio più interiore, più vero. 
							
							Sotto il camice bianco del 
							medico, palpita un cuore disponibile a sognare. E il 
							sogno ci porta lontano ... 
							
							"Salpano all'alba/ le 
							barche a motore/ sul mare quieto/ e l'onda sua 
							risponde/ ai bruschi desideri della luna./dai vetri 
							finestrati/ lo sguardo dell'amante/ si perde/ sotto 
							i colori accesi/ dell'arcobaleno." 
							
							Ma non è soltanto con i 
							sentimenti che gallizzi gioca con la sua poetica. 
							esistono anche immagini più terra terra, più 
							autentiche, più realistiche, di quel realismo che un 
							tempo ci insegnarono i poeti americani. 
							
							"Voglio pensarti ancora 
							lì/ discreto e composto com'eri/ in quella 
							fotografia con i tuoi fratelli/ che il piccolo la 
							nonna/ sorreggeva sulle ginocchia ..." 
							
							Un ritratto di famiglia 
							ricostruito con un tocco leggero di malinconia. 
							
							Un incontro tra realtà e 
							fantasia, uno scontro tra la vita e la morte: che 
							non poteva che venire al Gallizzi dal suo essere, 
							oltre che poeta, anche un uomo che con la vita e la 
							morte combatte ogni giorno. 
							
							Marcello Venturi 
							
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