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Giuseppe Corica

 

Recensione di Caterina Restuccia

 

Della sua imponente arte scultorea colpisce la poliedricità del lavoro sui materiali diversi. Usa legno, pietra, marmo. Ed alla poliedricità della sua arte si accostano le emozioni e le umane chiavi di lettura delle sue opere. Esempio della fluidità della sua mano è "la danzatrice", scultura di legno, che appare come un angelo. Si tratta di una fanciulla, invece, che aprendo le braccia si libra in cielo. Alla durezza del legno si contrappone la morbidezza del movimento, le curve del volo aprono lo spazio, le braccia della fanciulla aprendosi indietro verso il vuoto assumono le sembianze di "braccia - ali" di angelo, facendo confondere le due figure e disegnandone una terza un po' donna e un po' angelo. Nella "Doppia faccia" si trasfigura una donna su materiale di pietra viva. la versione della duplicità della vita, della duplicità dell'animo interiore, è perfettamente concretizzata in quest'opera, che è di fascino e suggestione unici. Nella figura da un lato si denota un'acconciatura chiusa verso il basso, sembra una donna austera, dall'aspetto rigido, impenetrabile come il materiale lapideo, dall'altro lato un'acconciatura più morbida e fluente con un'espressione vagamente più dolce. Quasi una sintesi della condizione apparente dell'uomo, che trova nell'arte di Corica l'espressione più nobile.

Altra scultura, di presenza notevole, è "lo zappatore". Statua lignea, stante in piedi, come se stesse, con la zappa levata a spalla, rientrando dalla fatica rurale.

Si rintraccia nell'interpretazione di quest'espressione artistica una grandiosa rivalutazione del materiale ligneo, tanto da sottolineare l'esemplare attenzione dei particolari del legno modellato ad arte, il fazzoletto annodato ai quattro angoli sul capo del lavoratore, o ancora bottoni della giacca tenuta piegata sul braccio.

Corica è il modellatore dell'idea, egli riesce a materializzare la fatica dello zappatore, la leggiadria nella danzatrice, la psicologia più profonda nella doppia faccia. equilibrio e sapienza, arte e sentimenti, emozioni e materia, questa è la scultura di Corica!

 

Caterina Restuccia

 

 

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