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            Tradizioni & Feste 
            Popolari 
            a cura di  Carmen 
            Minutoli  “U’MBITU” 
            di TAURIANOVA   
              In
            Calabria  da tempi memorabili, il 29 agosto di ogni anno,  
            in un paese  della  provincia di Reggio,  ovvero Taurianova , 
            si svolge una “sagra” o fiera” popolare che da l’avvio  ad un 
            periodo di festa  intenso e coinvolgente  lungo dai 12 ai 13 giorni 
            il quale culmina nella Devozione della Madonna della Montagna del 
            7-8 e 9 settembre. Quella del 29 agosto è la festa di 
            preparazione  che chiama i cittadini della comunità taurianovese  
            e dei paesi dei dintorni  davanti al rito del falò, conosciuto 
            meglio con il termine dialettale  di U’MBITU (ovvero 
            l’invito). E’ un appuntamento al quale l’intera comunità non può 
            mancare ( o meglio non dovrebbe, potendo). Ricordo,  e parlo 
            volentieri di questo appuntamento estivo in quel di Taurianova , che 
            fin da bambina lo svolgimento di questo rito mi ha sempre 
            affascinato. Nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria 
            delle Grazie  detta anche Madonna della Montagna  viene  
            posta della sabbia e sopra essa vengono accatastati uno sopra 
            l’altro grandi quantità dei così detti  “luppinazzi”  secchi; la 
            gente, specie i ragazzini cominciano fin dalle ore pomeridiane a 
            popolare la piazza ed assistono a questi preparativi; l’atmosfera 
            cambia ed il paese si anima. La facciata della chiesa appositamente 
            addobbata a festa   fa da sfondo a questo rito che mescola il sacro 
            ed il profano (specialmente nei secoli passati), e la sua porta 
            spalancata che lascia intravedere sullo sfondo la rassicurante 
            immagine della Madonna sovrastata da un magnifico affresco con Gesù 
             sembra voler “invitare” la comunità  ad essere presente e 
            partecipe, ma  più di ogni altra cosa a vivere questo evento sotto 
            una luce religiosa e di presenza divina. La memoria mi riporta a 
            quando risiedevo in Calabria e partecipavo insieme ai miei  a questa 
            tradizione,  e tuttora  quando posso  ci ritorno volentieri, 
            cercando di far coincidere   le vacanze  con i giorni di festa  
            taurianovese. Il momento catartico  era , ed è ,  quello 
            dell’accensione del fuoco da parte del sindaco; quando scende la 
            sera e tutto intorno comincia ad imbrunire  la gente  popola la 
            piazza formando un grande cerchio intorno a quel che di lì a poco 
            diviene  un vero e proprio crepitio di  lunghe fiamme che si 
            stagliano verso l’alto e con  forza  irrompono nel cielo  
            squarciando il buio  Un momento di vera e propria attrazione durante 
            il quale si possono osservare centinaia di occhi rapiti da quell’atmosfera,  
            volti verso il cielo,  spesso con espressione  estatica , quasi in 
            preghiera. Dai racconti dei più anziani  ho appreso che  questo 
            rito fin dall’antichità aveva lo scopo di segnare l’inizio degli 
            “affari”; ovvero era considerato il periodo propizio per 
            intensificare le attività agresti, il commercio, le compravendite, 
            le inaugurazioni di nuovi edifici, l’acquisto di nuovi ornamenti per 
            la casa, ed addirittura anche quello per combinare  “accasamenti” 
            (alias  futuri matrimoni ). Con  il trascorrere del tempo alcuni 
            aspetti ed effetti sono andati via via scomparendo, lasciando il 
            posto alla celebrazione come semplice momento di festa ed ottima 
            occasione  di ritrovo fra  gli abitanti del luogo  ed i forestieri.         foto: c@rmernminutoli                 |